Ai limiti dell’assenza c’è l’essenza
Con prefazione di Selene Calloni Williams
«Esiste un’antica conoscenza che è stata tramandata nel corso dei secoli in maniera occulta e che custodisce tutti i segreti della nostra esistenza. Questo sapere è in grado di rispondere a tutte le grandi domande che l’uomo si è sempre fatto sulla propria origine e il proprio destino. Chi ha avuto la possibilità di toccare con mano questa conoscenza ha scoperto cosa fosse il vero potere e per paura che finisse nelle mani sbagliate ha deciso di smembrarlo e dissimularlo, lasciando la possibilità a chi avesse “occhi per vedere” e, soprattutto, a chi avesse acquisito un certo grado di consapevolezza di svelare le leggi eterne che regolano la sorte del cosmo.»
Dopo La pietra degli alchimisti (2015), inizia così un nuovo capitolo dell’apprendistato che l’autore intraprenderà sotto la guida di Raffaele, un alchimista carismatico e imprevedibile. Attraverso incredibili iniziazioni, Raffaele porterà l’autore a scoprire dentro di sé non solo le leggi della Creazione ma il segreto della vera magia: un segreto terribile e meraviglioso in grado di cambiare il destino di ognuno di noi.
Prologo – Mezzogiorno alle tre
Introduzione
Prima Parte: La Fisica di Dio
1. L’Infinito non manifesto
2. Un idiota alla posta
3. L’Uovo Filosofico
4. La legge della polarità
5. Spirali di luce
6. La legge del tre
7. Le tre anime
8. I Demoni
9. La Legge del Ritmo
10. La forza di un guerriero
11. L’albero di Pinocchio
12. I Rosacroce
13. I sette piani della creazione
14. Pura luce che danza
15. Fermare il tempo
16. Danzare nel sogno
17. I sette corpi
18. Le tasche del cielo
19. Al di là dei sogni
20. Verso il Paradiso
Seconda Parte: Il Segreto della Magia
21. La volontà del mago
22. Un fantasma in auto
23. Un campo di infinite possibilità
24. Palle, barba e miele
25. L’Ombra della Luce
26. La Legge più bella
27. Epilogo
Introduzione
Nel mio primo libro La Pietra degli Alchimisti, ho raccontato il cammino che Raffaele, il mio benefattore, mi ha fatto percorrere lungo la via di conoscenza che egli stesso chiamò Alchimia.
Il termine “Alchimia” si presta a differenti interpretazioni perché tante sono le forme in cui si è manifestata nelle diverse culture. Esiste anche un’alchimia indiana e una cinese; quella che Raffaele mi ha trasmesso fa capo alla Tradizione Ermetica occidentale. Specifico ciò perché per Raffaele – e ora anche per me – è di importanza capitale fare sempre riferimento alla sapienza più vicina alla nostra cultura che, proprio per questo, rispetta la nostra configurazione mentale.
Non che gli altri insegnamenti siano sconsigliati o incomprensibili ma è preferibile includerli e non sostituirli al nostro Sapere che è stato formulato specificatamente per le nostre menti e le nostre capacità cognitive.
Raffaele mi esortava sempre a leggere il Vangelo e la Bibbia; mi diceva sempre che in quei testi era contenuto tutto ciò che mi serviva sapere e tutto quello che mi stava insegnando.
Ma io ero sempre più affascinato dal sapere esotico di altre culture: leggevo Lo Zen di Alan Watts, mi interessavo di sciamanesimo e di yoga e cercavo in questi testi le risposte alle mie domande esistenziali.
Forse fu proprio per questo motivo che un giorno Raffaele mi disse che in passato era entrato in contatto con un antico ordine segreto ermetico cristiano conosciuto come Ordine dei Rosacroce. Ciò accese il mio interesse e catturò tutta la mia attenzione. Raffaele mi disse di essere venuto a conoscenza di insegnamenti antichi quanto il mondo e di «terribili segreti» sul nostro destino in quanto esseri umani.
Ovviamente tutto ciò mi spinse a indagare, data la mia morbosa curiosità, e a spostare l’asse del mio interesse esclusivamente su ciò che Raffaele mi insegnava. Non so se quello di Raffaele fu uno stratagemma bello e buono per non farmi perdere nella giungla della New Age che all’epoca – e anche oggi, ma più sottilmente – con varie seduzioni orientaleggianti aveva ridotto la spiritualità ad una moda alternativa. Avevamo tutti la possibilità di diventare i prescelti per entrare nell’Età dell’Aquario cantando e danzando come scimmie anestetizzate!
Raffaele mi parlava dell’urgenza di risvegliarsi dall’ipnosi di massa e di scoprire le eterne verità che sono dentro ognuno di noi. «Conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli Dei», mi diceva ricordando il monito dell’Oracolo di Delfi.
«Dentro di noi vigono le stesse leggi che regolano il mondo. Conosci queste leggi e scoprirai i segreti dell’Universo. Il destino dell’uomo è regolato da leggi che non si possono cambiare ma si possono “usare”. Questo è ciò che distingue l’uomo comune dal Mago.»
Ecco come fui preso all’amo dal mio benefattore. Il resto ho cercato di sintetizzarlo nel mio primo libro. Ma per quanto mi sforzassi di riassumere in maniera coerente e precisa scrivendo tutto l’essenziale del suo insegnamento ho dovuto omettere molte più cose di quanto immaginassi.
In particolare mi sono reso conto di aver tralasciato forse la base strutturale di tutta la sua conoscenza.
Raffaele mi trasmise i fondamenti dell’antica dottrina dei Rosacroce secondo la tradizione, ossia oralmente da maestro a discepolo. Però lo fece a modo suo, senza nessuna struttura. Gli insegnamenti avvenivano per lo più in auto quando la domenica lo accompagnavo in Toscana a casa di un suo amico alchimista.
All’andata, dopo aver lasciato il grande raccordo anulare, iniziavano le lezioni. Al ritorno, di solito si rimaneva in silenzio e solo qualche sporadica volta faceva accenno a qualche suo aneddoto personale.
Devo chiarire subito che io non ero consapevole di quello che Raffaele mi stava trasmettendo; lo capii molto tempo dopo.
Un giorno, quando finalmente mi disse di far parte di questo antico ordine iniziatico, gli chiesi di svelarmi la loro conoscenza.
Raffaele dopo avermi rivelato l’esistenza di “Sette aforismi della creazione”, che riassumono i principi fondamentali della dottrina dei Rosacroce, mi disse candidamente di avermi già riferito tutto quello che volevo sapere.
Rimasi di sasso: non capivo se mi stava prendendo in giro o se in realtà, a modo suo, mi aveva veramente già trasmesso tutto.
In realtà gli insegnamenti di Raffaele erano abbastanza camuffati: lui si divertiva a provocarmi facendomi trovare in situazioni assurde e mettendo alla prova il mio autocontrollo. Egli non mi trasmise mai una disciplina in maniera organica o strutturata. Ho dovuto sudare per più di dieci anni per raccapezzare tutti i suoi insegnamenti secondo un ordine logico e funzionale e che fosse comprensibile almeno per me.
Raffaele era un tipo introverso e molto istintivo; non pianificava mai nulla. Non era facile stargli dietro. Aspettava sempre qualche invisibile segnale prima di iniziare qualsiasi cosa e una volta in moto, non poteva fermarlo niente e nessuno. Credo che questo suo modo di fare mi abbia influenzato non poco.
Ora, a distanza di tempo, posso affermare che ogni sua mossa per quanto imprevedibile era completa. Niente era affidato al caso ma a una “logica” invisibile che solo lui comprendeva.
I sette aforismi della Creazione mi furono rivelati durante i nostri viaggi in auto e solo in quel contesto. Fuori per strada, nei giardini e ai tavolini dei bar dove trascorrevamo la maggior parte del nostro tempo, Raffaele mi parlava di tutto lo scibile umano fuorché dei Rosacroce.
La sua auto era una loggia, un sacrario dove aveva deciso di divulgare quegli antichi insegnamenti che, secondo lui, erano più antichi di quanto potessi immaginare.
Non è stato facile ricordare e riordinare tutto quanto mi ha trasmesso in quel contesto. Ci avevo già provato diverse volte ma senza successo.
Solo ora ho ricevuto delle chiavi di comprensione che mi hanno permesso di sbloccare il mio inconscio e di collegare certe informazioni abilmente mimetizzate negli anfratti più bui della mia mente con delle cognizioni che mi hanno aiutato ad interpretare e capire nel giusto modo certe verità.
Queste cognizioni le ho maturate negli anni di studio che ho dedicato sia alle scienze ermetiche sia alle scienze moderne e di avanguardia che cercano sempre di più di collegarsi agli antichi insegnamenti iniziatici. In particolare l’Ayurveda, la medicina tradizionale indiana che ha gettato un ponte tra il passato e le moderne comprensioni mediche, mi ha aiutato a comprendere quanto la conoscenza dell’anima per gli antichi fosse indispensabile per il nostro equilibrio interiore.
Per quanto riguarda le chiavi di comprensione so che sono arrivate ora perché era il momento giusto.
Come mi sono arrivate, per ora, non posso dirlo.
Francesco Giacovazzo
5 Ottobre 2015
Francesco Giacovazzo è uno scrittore e studioso appassionato delle antiche tradizioni di conoscenza nonché delle più moderne scoperte della scienza d’avanguardia. Nei suoi libri ha cercato di unire questi due mondi all’apparenza lontani nel tempo ma in realtà legati da un invisibile filo d’oro.
Con Verdechiaro ha già pubblicato La Pietra degli Alchimisti (2015).
Per contattare l’autore: www.alchimiapratica.it
Ascolta l’intervista a Francesco Giacovazzo.
Un Commento su ““Le regole dell’infinito””
Piccolo, grande libro!! Tratta in modo semplice, chiaro ed anche accattivante i principi fondamentali della “filosofia perenne”. L’ho letto con vero piacere e lo “pubblicizzero'” tra gli amici con entusiasmo. Complimenti all’autore!!!!