SCRITTI RIBELLI E SINCRONICITÀ
DI UN GIORNALISTA MUSICALE
Volume Primo
Prefazioni di Susanna Schimperna e Renato Marengo
Un giorno nacque il Rock e il Mondo non fu più lo stesso
1970: dal frastuono del Piper al Dark Sound inglese, dal Blues dei neri d’America ai Corrieri Cosmici tedeschi, dai crocevia di ogni follia underground all’energia dirompente del “muro del suono”, dalle maschere prog partenopee alla prima intervista con un essere speciale: Franco Battiato.
Queste le sincronicità vissute con le tante stelle del Rock incontrate, le epiche interviste a David Bowie a New York e in Italia ai Gentle Giant, a Emerson Lake & Palmer e ai Colosseum… concerti e vinili volanti, le inarrestabili onde sonore e l’urlo pacifista di un’intera generazione.
Tutto questo è stato testimoniato dagli articoli di Baiata apparsi sul settimanale Ciao 2001 negli anni 1970-1974, i cui testi vengono qui presentati sia nel loro impaginato originale, sia nel nuovo editing a cura dell’Autore.
Fra i protagonisti del nostro viaggio
Gran Bretagna: Black Sabbath, King Crimson, Emerson Lake & Palmer, Gentle Giant, David Bowie, Colosseum, Soft Machine, Quintessence, John Mayall, Joe Cocker, Alexis Korner, Rory Gallagher (Irlanda).
Stati Uniti: Jefferson Airplane, The Shadows, Iron Butterfly, Spirit, Tim Buckley, The Doors, Frank Zappa, Captain Beefheart, The Beach Boys, Shawn Phillips, David Crosby, Miles Davis, Weather Report, Santana.
Italia: Claudio Rocchi, Osanna, Il Balletto di Bronzo, Francesco Guccini, Angelo Branduardi, Antonello Venditti, Il Perigeo.
Da altri mondi: Magma, Franco Battiato, Third Ear Band, Popol Vuh, Tangerine Dream, Can, Amon Düül II, Klaus Schulze, Karlheinz Stockhausen, Faust.
Corredo iconografico tratto dall’archivio dell’Autore.
Prefazione di Susanna Schimperna
Rock Memories
Breve guida alla lettura
Eric Burdon & The Animals – San Franciscan Night
Introduzione – Gli anni d’oro di Ciao 2001
1970 – Esplode la “Musica Nera”
1971 – Black Sabbath – Un salto nell’Ignoto
The Shadows – Ombre del Passato
Quintessence – I Profeti del Mystic Sound
Jefferson Airplane – Quelli del Country Blues
Spirit – Twelve Dreams of Dr. Sardonicus
High Tide – High Tide
John Mayall – Il mitico viaggio del Blues bianco
Il ritratto di Dorian Gray
1972 – Rory Gallagher – Al servizio del Blues e del Rock
Emerson Lake & Palmer – Facciamo il Punto
La Musica Universale dei Gentle Giant
Francesco Guccini – Il mio Tema
Il magico Claudio Rocchi
Soft Machine – Musica per la Mente
Amon Düül II – Acida Comunione Musicale
Il viaggio del Fetus e di Franco Battiato
Osanna – Più che una Musica
The Doors – The End
Joe Cocker – Mito e/o Realtà?
Il Balletto di Bronzo – Visioni di una Composizione
Alexis Korner – Una Vita per il Blues
Popol Vuh – La cosmogonia dei Figli della Musica
Zappa & Beefheart – La Saggia Pazzia
1973 – John Cale – The Academy in Peril
David Crosby & Graham Nash – “Noi possiamo cambiare il Mondo”
Antonello Venditti – Il Giornalista del Folk
I miei giorni con il Perigeo – Un Ricordo
Shawn Phillips – L’incredibile Texano
I King Crimson in Concerto al Palasport
Miles Davis – Nuovi Suoni verso la Luce
Speciale Beach Boys – Pazzia e altri Capolavori
Dalla Germania la Vertigine dei Can
Il Pop Tedesco – Kosmische Musik
King Crimson – punto per punto – Una Storia Improbabile
Colosseum – La Macchina Del Tempo
Third Ear Band – L’Apprendista e lo Stregone
1974 – Karlheinz Stockhausen – Una Musica Futuribile
Sull’Onda della Musica – Il Battiato di Sulle Corde di Aries
Faust – Impeto & Tensione
King Crimson – Il Sacrificio della Transizione
Magma – La Freccia verso l’Infinito
Angelo Branduardi – Il Dolce Ignoto
Weather Report – Ritmi Immemori e Naturali
Tempest – Il Triangolo Perfetto
Santana – Quattro flash per Sognare
Tangerine Dream – Meditazione Elettronica
Tim Buckley – In Viaggio verso il Cielo
Quando intervistai Bowie a New York
Una mia discografia Rock consigliata cinquanta anni dopo
Appendice
L’Autore
Ringraziamenti
Prefazione
di Renato Marengo
Rosso in studio! Va in onda Maurizio Baiata con Rock Memories!
Lo dice sin dalle prime pagine Maurizio Baiata che questo è “solo il primo volume” del suo libro Rock Memories. Beh sì, perché le “memorie rock” di Maurizio sono tante e si sono sviluppate in tanti posti del mondo e in tante location diverse, dalle redazioni dei giornali ai settori artistici e promozionali delle major discografiche, tra Roma, New York, Los Angeles, tra sale di registrazione, studi televisivi, locali, localetti e grandi palchi, immensi palchi e tanto suono, suono live, suono registrato, suono ascoltato nelle spie dei backstage dei grandi palchi o nelle cuffiette, su cassette, in video, nei Dvd, su vinile, in digitale. Maurizio è anche mio grande amico, oltre che collega, parti della sua storia coincidono con la mia, a cominciare da Ciao 2001, “bibbia del rock” e, all’inizio dei ’70, prima e unica voce autorevole nella scena musicale che cambiava, che da canzonettara, leggera e populistica, diventava Rock. E, da quando la musica inizia a diventare rock anche in Italia, inizia l’attività di appassionato e competente critico e poi di promotore artistico di Maurizio. Beh, in una prefazione non si racconta certo tutto il libro né lo si anticipa, un libro si legge e lo si legge tutto.
E a proposito di leggere, nelle prime pagine il libro lo “sentirete” oltre che leggerlo, perché Maurizio, che è anche un eccellente conduttore radiofonico, ha scelto sapientemente un modo di preparare il Lettore a una vera full immersion in questo suo grande lavoro, lanciando, come se fosse in onda, una scelta di brani fortemente rappresentativi delle varie “annate rock”. Tanto per far entrare subito il Lettore-ascoltatore nello spirito del libro, provate a tenere sottomano un cellulare per attivare Spotify e mettere in sottofondo i brani che Maurizio ha scelto per introdurre i suoi racconti.
Con Maurizio ho avuto il piacere di dividere il microfono in più programmi Rai e con Classic Rock On Air ed è stata sempre un’esperienza entusiasmante. Sia lui che io andiamo in onda a braccio, senza bisogno di copioni e non tanto per la memoria di nomi e date (quella di Maurizio è fortissima), ma perché parlando in diretta in radio di cose vissute, le parole sgorgano non solo da gola e polmoni, ma soprattutto dall’anima.
E l’anima del critico rock, ma anche dell’appassionato di musica totale, Maurizio ce l’ha messa, comprensiva di emozioni e sensazioni, proprio tutta in questo libro che, per chi li ha vissuti gli anni che lui racconta, sarà un bellissimo viaggio anche tra i ricordi, per chi non li ha vissuti e si andrà anche ad ascoltare “di che suoni si parla”, sarà un modo per conoscerla e per entrarci inesorabilmente dentro: perché il rock… non sono solo canzonette.
La musica di cui scrive Maurizio non è soggetta a mode, classifiche, festival, o contest: è uno stile di vita, è il suono di intere generazioni che continua, è Musica, come quella classica, come il jazz, il funky, il blues, la bossa nova, il flamenco, la tammurriata. È senza tempo, è come il suono della risacca, come il rumore del vento, come il canto delle sirene.
È la musica della nostra memoria e queste memories di Maurizio Baiata ce la mantengono vivace.
Però, con Maurizio, abbiamo tante altre cose in comune, come l’amore per la scoperta del nuovo talento, di nuovi modi di comporre e suonare, l’amore per l’avanguardia, la sperimentazione. Abbiamo sempre scelto la via più difficile, per amore del nuovo, della diversità, per amore per le cose da dover tirare fuori anche per il piacere di farle conoscere agli altri. E a Ciao 2001, noi due e un po’ anche Dario Salvatori che si occupava soprattutto di jazz, eravamo “guardati a vista” dal clan dominante della redazione, fatto di persone più vicine al pop che alla musica impegnata, di culto, di protesta. Eravamo considerati quelli un po’ più duri da convincere anche dai discografici. Per questo forse sia io che lui ci siamo trovati a produrre proprio la musica di artisti che la discografia comprendeva meno. Quando Maurizio si trasferì negli USA per lavorare alla Rai Corporation e per entrare come redattore del quotidiano Il Progresso Italo Americano restammo in contatto, lui dagli States interveniva con aggiornamenti e novità nei programmi che io facevo per RadioRai. Per me era un plusvalore, io conduttore ancora alle prime armi avevo addirittura chi mi forniva notizie e musiche interessanti dagli USA. E a questa nostra amicizia a distanza è legato anche un episodio che ci ha segnati per sempre, accomunandoci nella condivisione di interessi e sentimenti che sono andati ben oltre il suono. Una notte a Roma vengo svegliato da una telefonata di Maurizio da New York, alle 3 del mattino.
“Pronto? Maurizio?!? Che succede? Non hai calcolato il fuso?”.
“No, Renato devo dirti subito una cosa terribile appena successa, a due passi da casa mia.”
“Che è successo?” La voce non gli viene subito fuori, lo sento singhiozzare.
“Hanno sparato a John Lennon, lo hanno ammazzato!”
“No!!!” Mi escono le lacrime. “Come? Perché? Chi è stato?”.
“Forse un pazzo”, dice Maurizio che l’assassino gli ha sparato quattro colpi alle spalle. Maledette armi e maledette leggi americane fatte per i mercanti di morte, lo diciamo ancora e più che mai oggi. Quello che successe subito dopo ce lo siamo raccontati più volte, è un fatto che ci ha segnati e ci ha incredibilmente ancora di più uniti. Maurizio mi aveva chiamato perché aveva bisogno di gridarlo a qualcuno, a un amico, per condividerlo, ma anche per farlo sapere in Italia a tutti quelli che amavano John e il suo grande manifesto di pace e amore “Imagine”. Appena riappesa la cornetta, chiamai subito in Rai dove in quei giorni con Ludovica Modugno e Italo Moscati conducevo Combinazione Suono su Radio Uno. E la diffidenza verso il potere, le istituzioni borghesi, i regolamenti che ci tenevano a freno, quella trasgressione continua che ci accomunava, ci trovò nuovamente a combattere in prima linea. Questa volta per trasmettere una notizia che, grazie alla telefonata di Maurizio era arrivata in Italia quasi in tempo reale, prima dell’Ansa e di ogni altro mezzo di informazione (l’era del web era ancora lontana). Ricordo di essere stato dalle 4 alle 6 (!) attaccato al telefono nel tentativo di farla dare, quella maledetta notizia, soprattutto a quelli che come noi “amavano i Beatles e i Rolling Stones…” e adoravano John. Rimbalzai miseramente contro i muri di gomma del centralino…
“Ma chi mi dice che lei è Renato Marengo?”
“Beh mi richiami! O mi passi il funzionario di servizio”. Dopo alcuni secondi una voce maschile disse: “Sì, Marengo la conosco, la riconosco, ma non ho l’autorità per passare la notizia…” Stessa cosa il collega di turno al GR: “Renato, scusa, ma sull’Ansa non c’è scritto nulla e non sono autorizzato a svegliare il Direttore…”.
Avremmo atteso sino al GR delle 7, dove un coraggioso redattore fidandosi della parola mia e di Maurizio, diede la notizia, non senza qualche “…gli accertamenti sono ancora in corso, pare che…” L’Ansa arrivò alle 8. Il dolore, la battaglia per farsi ascoltare, la rabbia, l’amore per John Lennon e il suo messaggio, quanto mai attuale soprattutto in questi giorni di rifiuto della guerra, ma pure di perenne condanna verso chi rende accessibili le armi anche a menti malate e violente, hanno rafforzato una stima e un affetto tra me e Maurizio, certamente eterna.
Ma ora immergetevi col più ribelle spirito che siete capaci di tirar fuori, in questa straordinaria lettura e tendete bene le orecchie e vi sembrerà di ascoltare Maurizio che chiede al fonico “Rosso in studio”, e sta per andare in onda con le sue prime puntate di Rock Memories!
Giornalista, saggista, documentarista, ho vissuto di Musica e di Mistero. Nel 1970 uscì il mio primo articolo sul settimanale Ciao 2001 e da allora, per un decennio, ho collaborato con Nuovo Sound, Best, Muzak, Gong, Stereoplay, un percorso culminato alla direzione della prima edizione italiana di Rolling Stone. Al microfono, ho condotto programmi radiofonici RAI quali Atmosfere 2000, Spazio X, Un Passo Avanti, Combinazione Suono e Un certo Discorso, collaborazioni proseguite negli anni ’80 dalla Rai Corporation di New York, per tornare alla carta stampata, come capo redattore cultura del quotidiano Il Progresso Italo Americano sino al 1986. Due, le esperienze in case discografiche: la prima con la RCA italiana al marketing e promozione, la seconda, rientrato in Italia nel 1987, quale capo ufficio stampa della Virgin Dischi a Roma. Come giornalista e documentarista free lance, mi sono dedicato al campo investigativo e dei misteri (soprattutto UFO), dirigendo riviste, curando opere enciclopediche per la Fabbri e la Curcio e, nel 2002, la mostra multimediale “Mysteria – Viaggio ai Confini della Realtà” a Roma.
Nel 2009, nuova parentesi americana, a Phoenix, Arizona, alla direzione del bimestrale Open Minds sino al 2011, poi al rientro in Italia ho dato forma ai miei ricordi fra “dischi e dischi volanti” nel saggio Gli Alieni Mi Hanno Salvato la Vita. Ho poi curato le edizioni del best seller di Michael Wolf The Catchers of Heaven – I Guardiani del Cielo (Verdechiaro) e di Roswell. Il Giorno Dopo del col. Philip Corso e la versione in inglese del film-documentario di Franco Battiato Attraversando il Bardo – Sguardi sull’Aldilà (Bompiani). Dal 2016 a oggi, sono stato direttore artistico del negozio “Welcome to the Jungle Record Store” a Roma, ho scritto per il mensile Classic Rock e il bimestrale Vinile e sono stato al microfono del programma Classic Rock On Air con Renato Marengo. Due fiori all’occhiello nel management musicale: lo “Spirituality Tour” di Juri Camisasca e Rosario Di Bella e l’album Endo del gruppo etno-ambient Nuclearte.