Il confine tra sé e non-sé è il primo ad essere tracciato e l’ultimo ad essere cancellato.
Il mondo reale in verità non è un insieme di cose distinte e indipendenti, separate l’una dall’altra da spazio e tempo. Noi creiamo continuamente un’alienazione da noi stessi, dagli altri e dal mondo frazionando la nostra esperienza presente in parti diverse, separate da confini. Scindiamo artificialmente la nostra consapevolezza in compartimenti per contrapporre il soggetto all’oggetto, la vita alla morte, la mente al corpo, l’interno all’esterno, la ragione all’istinto. Il risultato è infelicità.
Ogni confine che costruiamo nella nostra esperienza produce una limitazione nella nostra coscienza: una frammentazione un conflitto una battaglia.
E’ come se la nostra consapevolezza quotidiana non fosse altro che un’isola insignificante, circondata da un oceano immenso di coscienza insospettata e non segnalata, e solo quando ci apriamo ad esperienze illuminanti, l’individuo allora arriva a percepire che è uno con l’universo intero, con tutti i mondi, alti e bassi, sacri e profani; il suo senso di identità si espande ben oltre i limitati confini della sua mente e del suo corpo e abbraccia l’intero universo.
Questo è uno stato di consapevolezza, la consapevolezza di COSCIENZA COSMICA.
Allora CHI SEI TU? quando descrivi o spieghi o quando stai percependo il tuo intimo Sé, ciò che stai facendo che tu lo sappia o no è tracciare mentalmente una linea di confine attraverso l’intero campo della tua esperienza e percepirai o chiamerai tutto ciò che si trova all’interno di tale confine il tuo Sé, mentre percepirai come Non-Sé tutto ciò che si trova all’esterno di tale confine. La tua auto-identità dipende interamente da dove tracci la linea di confine.
Tutte le risposte alla domanda Chi sono io? Derivano esattamente dal procedimento fondamentale del tracciare una linea di confine tra il Sé e il Non-Sé e questa linea può spostarsi, può essere ri-tracciata. Lo spostamento di coscienza deriva dal fatto che essa può spostarsi e allargarsi in esperienze dell’identità suprema fino a comprendere l’intero universo. La mancanza di confini conosciuti è appunto l’identità suprema.
La linea di confine più comune conosciuta e tracciata è quella della pelle che circonda l’organismo (linea di confine corporea del sè-non sè). Pensi di essere un corpo o di avere un corpo? Se pensi di avere un corpo (come la maggioranza di noi) significa che pensi di possederlo (come si possiede qualunque oggetto), il corpo quindi sembra non essere più me quanto “mio” e ciò che è mio si trova al di fuori del confine del Sé/Non-Sé.
La scissione mente-corpo e il relativo dualismo è una prospettiva fondamentale della civiltà occidentale. Il corpo diventa terreno estraneo quasi come lo stesso mondo esterno; il confine tra la mente e il corpo è tracciato e la persona si identifica rigidamente con il primo (arriva perfino a creder di vivere nella sua mente). Quindi ciò che l’individuo ritiene essere la sua auto-identità non comprende tutto l’organismo nel suo complesso ma solo un aspetto di tale organismo: il suo EGO, si identifica quindi con un’autoimmagine mentale con processi emotivi e intellettuali associati all’auto-immagine.
Egli sente un EGO e il suo corpo non è altro che qualcosa che gli sta intorno: questo è un altro tipo di linea di confine, quella che definisce l’identità di una persona come associata primariamente all’EGO, all’auto-immagine.
Un altro tipo di linea di confine è quello associato ai cosiddetti fenomeni trasnpersonali; transpersonale significa che all’interno dell’individuo si sta verificando un processo che va oltre l’individuo (telepatia, chiaroveggenza, precognizione, OBE, peak-experiences,…): vi è qui l’espandersi del confine Sé-Non-Sé al di là dei confini epidermici dell’organismo. Qui non ci si identifica con il Tutto ma neppure l’identità rimane limitata unicamente all’organismo.
La visione della coscienza appare come uno spettro di livelli simile all’arcobaleno, composto da numerose bande o classi di auto-identità.
Alcune di queste sono:
– dall’universo ad un aspetto dell’universo chiamato “organismo”;
– dall’organismo ad un aspetto dell’organismo chiamato “EGO”;
– dall’EGO ad un aspetto dell’ego chiamato “persona”.
Ad ogni successivo livello dello spettro ci sono sempre più aspetti dell’universo che appaiono esterni al Sé dell’individuo.
Poiché esistono diversi livelli del Sé, esistono anche diversi livelli di conflitto all’interno del Sé; una linea di confine infatti è anche una potenziale linea di battaglia. Ecco perché esistono varie forme di terapia corpo-psiche.
Molte forme di terapia tradizionale si occupano di colmare la scissione tra gli aspetti coscienti e inconsci della psiche cosicché l’uomo può trovarsi in contatto con la “mente nella sua interezza”; esse mirano a riunire persona e ombra così da creare un ego sano e forte, vale a dire un’immagine di sé corretta accettabile. Esse si rivolgono al livello dell’EGO e tendono ad aiutare l’individuo che vive come persona a ri-tracciare la mappa dell’anima. (es. psico-analisi freudiana/junghiana).
Altre terapie hanno come obiettivo quello di sanare la spaccatura tra l’ego stesso e il corpo, di riunire la psiche e il soma per rivelare l’organismo completo (es. bio-energetica, psicosomatica).
Per allargare ed espandere i propri orizzonti, per far crescere i propri confini esternamente in prospettiva e internamente in profondità bisogna discendere lo spettro della coscienza.
Quando un individuo scende di un livello dello spettro in realtà ha rintracciato la mappa della sua anima allargandone il territorio.
Crescita quindi è ri-stabilire, ri-suddividere, ri-tracciare, ri-conoscere per poi arricchire livelli sempre più profondi e ampi del proprio Sé.