Le cose che ho capito ed imparato.
Per cambiare ci sono molti modi. Rivoluzioni, cruente o meno. Scherzi del destino. Desiderio di cambiamento. Il terzo è quello che mi affascina di più. Con un pizzico di buon senso. Perché nasce da un’esigenza profonda, dall’analisi della realtà che si sta vivendo.
Ciò che la pubblicità ci propina come un diabolico mantra quotidianamente è vero? No, ormai lo sappiamo.
Il male di questo pianeta è per buona parte creato e gestito dall’industria di massa. Ma cambiare il mondo è impossibile, per illuminare uno stadio intero o si ha un impianto costosissimo e super performante, o bisogna accendere uno ad uno un piccolo accendino, o un fiammifero, che è anche più ecologico…
Ho compreso che per cambiare il mondo, prima occorre cambiare se stessi e le proprie abitudini.
Ho compreso che:
- l’elaborazione dei cibi non è altro che una perdita sostanziale di proprietà basiche e anti ossidative per l’organismo. Una cucina semplice e ricca è l’ideale per grandi e più piccini.
- andare a piedi e in bicicletta ogni volta che se ne presenta l’occasione è salutare e divertente.
- per lavarsi i denti basta del bicarbonato con della menta fresca.
- la colazione dei campioni è una stronzata. La mattina meglio una colazione leggera, poi in seguito si mangerà spesso e moderatamente.
- il latte dopo lo svezzamento fa male, e che sale, zucchero e farine devono essere integrali e non raffinate.
- è meglio stare all’ombra piuttosto che impedire al sole di arrivarci addosso, la vitamina D è fondamentale. Dunque usare creme su creme ci protegge ma ci intristisce.
- il petrolio è finito da un pezzo, come idea, come fonte di energia, e se non si usano energie alternative è solo perché fanno più comodo milioni di persone malate e terrorizzate che persone sane, libere e felici.
- la visione del mondo che abbiamo è parziale, e non sempre è quella giusta.
- le popolazioni indigene con il loro stile di vita avrebbero molto da insegnarci, e dovremmo preservarle piuttosto che depauperarle e portarle all’estinzione.
- per essere liberi bisogna penare e pensare con la propria testa, cosa che costa fatica. Ma se si è liberi da religioni, schemi precostituiti e appartenenze politiche e di sette, si fanno incontri straordinari che arricchiscono.
- le idee sono armi potenti ed è per questo che i pensieri che dovremmo sempre fare dovrebbero essere rivolti al bene, alla bellezza, all’arricchimento. Perché le idee prima o poi divengono realtà.
- il dubbio crea la Vita e non la certezza di sapere come vanno le cose. In Italia in questo purtroppo siamo maestri.
- un amico vero è quello che non ti giudica e che è meglio una persona che parla poco e realizza, piuttosto che un mare di chiacchiere.
- la legge che vige su questa terra è quella della cooperazione e non certo quella del divide et Impera che piace a molti e che ci porta all’autodistruzione.
In definitiva ho compreso di non sapere niente… l’aveva già detto un greco molti anni fa. E forse aveva ragione.
2 Commenti su “Sapere di non sapere”
Questa “ricetta scontata” come un pò viene presentata, è comunque sempre istruttiva. Per il resto credo che l’uomo, relativamente al “sapere” in sè, sarà sempre ignorante. Grazie per averlo ricordato.
Personalmente non amo gli sconti…penso sempre a chi ha comprato l’articolo a prezzo pieno! 🙂
In effetti renderla “scontata” è l’unica maniera per mettere tutto in discussione. Questa è la mia personale esperienza, non è detto che valga per tutti. Trovo magnifico scoprire ogni giorno qualcosa di più, e stupirmi di come questo processo, come chiarisci perfettamente, sia prossimo all’infinito.
Grazie a te.