Another Link è il nuovo lavoro di Guido G. Guerrera incentrato sulla figura del celebre artista Franco Battiato; non soltanto l’analisi “dal di dentro” di un raro percorso sapienziale tradotto in arte ma specialmente il racconto di un’amicizia ormai antica, delle affinità di una ricerca comune e delle necessarie differenze di approccio.
Another Link perciò non guarda tanto alla superficie dell’impegno artistico di Franco Battiato, per quello bastano ad esempio le informazioni che fornisce il web, anche se le tappe salienti vengono tutte percorse quali segni di evoluzione esistenziale e professionale. Si tratta sempre tuttavia di uno scrutare nel profondo, servendosi proprio del punto di vista affettuoso e talora implacabile dell’amico.
L’autore ha raccolto in questo libro un gran numero di conversazioni estemporanee, articoli, interviste e anche alcuni camei tratti dal primo lavoro “Franco Battiato: Un sufi e la sua musica”.
E al centro una lunga conversazione di Guerrera con Battiato su temi di portata generale, disegnata sullo schema concettuale dei ventidue arcani maggiori. Questo non solo per sottolineare il noto orientamento mistico dell’artista, ma a dimostrare come mezzi ritenuti fuori dell’ordinario mostrino invece la loro superba versatilità di chiave di lettura strategica applicabile a cose di ogni giorno.
Another Link è inoltre impreziosito da autorevoli interventi come quello di Manlio Sgalambro, di Franco Cardini e di Umberto Broccoli, cui è affidata la prefazione del libro.
ENTUSIASMO di Umberto Broccoli
INTRODUZIONE
IL MIO BATTIATO
TOMMASO CONTRA AGOSTINO
VERBA ARCANA
GENESI DI SACRE SINFONIE
GILGAMESH
DERVISCI
I MITI DELL’AMORE
LA FISIOGNOMICA
GURDJIEFF
L’ERA DEL CINGHIALE BIANCO
MUSIKANTEN
AMARE IL MARE
UMBERTO BROCCOLI
LE PAROLE DI UMBERTO BROCCOLI
TEORIA DELLA SICILIA di Manlio Sgalambro
INTERVENTO DELLO STORICO FRANCO CARDINI
IL MIO BATTIATO
Se è vero, come ripeteva Hemingway all’amico Gregorio Fuentes, che “La amistad es como una cadena”, un’amicizia che dura da una quindicina d’anni è una bella catena fatta di un considerevole numero di anelli. E noi siciliani siamo fin troppo spagnoli nell’animo per non saperlo ed esserne convinti quanto i cubani.
Ci siamo conosciuti per la prima volta durante lo splendido concerto subito dopo l’uscita del disco Come un Cammello in una Grondaia al teatro Verdi di Firenze. Lo intervistavo per il Giornale dei Misteri, una antica e autorevole rivista di cultura esoterica che allora aveva sede a Firenze ed era diretta dal “mitico” Giulio Brunner, mentre ancora adesso continua la sua vita prestigiosa grazie a Francesca Vajro di Siena. Mi attardo in questi particolari perché senza saperlo dovevo aver fatto scoccare in Franco la fiammella della nostalgia e forse di un pizzico di gratitudine.
Infatti il primo disco della sua carriera era stato proprio messo in vendita come allegato alla Nuova Enigmistica Tascabile diretta dallo stesso Brunner. Inoltre noi ragazzi dei primi anni settanta nutrivamo speranze e fantasie bevendo alla ricca fontana della rivista edita allora da Corrado Tedeschi, e Franco Battiato era tra quelli.
Si parlava di spiritismo, di Ufo e magia, ma anche dei grandi movimenti religiosi, di cabalah, di alchimia, e di grandi personaggi come Julius Evola, Steiner, Guénon, la Blavaski e Gurdjieff. Le firme di allora mi sembravano così distanti da crederle addirittura inventate, non appartenenti a persone in carne e ossa ma a oracoli senza fisicità distinta.
Molti anni dopo avrei fatto parte anch’io di quel manipolo di cercatori di verità a tutti i costi, quando però la forza catabolica del tempo e soprattutto delle mode stava già iniziando a soffiare un vento cattivo su tanto lavoro fatto disperdendolo e distruggendolo. Il grano si sarebbe dovuto mescolare con la pula, per necessità fatale e maledetta di un’epoca come la nostra.
Questa intervista rappresenta una specie di istantanea di tredici anni fa, ed è un mio personale e carissimo ricordo di cui faccio dono, per il piacere di trasmettere e condividere quelle emozioni che hanno segnato il mio primo incontro con Battiato.
Giornale dei Misteri n. 247, anno 1992
Anche l’ultima nota della suite rumena di Bartók, eseguita come preludio dall’orchestra da camera “I Virtuosi Italiani”, nel vecchio e glorioso teatro fiorentino, si è spenta. Il pubblico del “Verdi”, per l’occasione particolarmente selezionato e attento, libera un applauso forte, prolungato eppure nemmeno per un istante volgare o scomposto.
L’applauso degno solo dei grandi della musica senza tempo è rivolto a un uomo che quasi dando inizio, più che a un concerto, a una ieratica comunione spirituale, lascia fluire, seduto nella tradizionale posizione del “loto”, un universo di note e parole lievi come un balsamo, intense come la voce delle verità eterne.
L’atmosfera del teatro diviene di colpo come incantata, sospesa nel tempo, muta eppure viva nella conversevolezza di ciascuno con la forza espressiva delle frasi spesso modulate in modo da essere in bilico tra l’inconfondibile timbrica dei moetzin arabi e i mantra buddisti.
Quando al termine di ogni interpretazione la sua voce si spegne, continua a perdurare misteriosamente la suggestione di una eco che sembra avvincere la mente portandola a spaziare ben oltre i confini usuali.
Quest’uomo, questo sapiente dei nostri tempi che, simile all’Eremita dei tarocchi, sta cercando con il più serio degli impegni la strada maestra che conduce all’Assoluto, servendosi della musica come di uno dei più squisiti veicoli di conoscenza per sé e per ogni “puro di cuore”, si chiama Franco Battiato, un artista veramente completo. Completo perché la sua arte non è l’espressione spettacolarizzata di una impostura priva di contenuti: essa nasce viceversa da un desiderio di ricerca interiore in un mondo fin troppo votato al consumismo e alla superficialità, laddove uno sforzo simile non è mai sufficientemente riconosciuto, né ripagato.
Essere “come un cammello in una grondaia” tradisce questo senso di disagio, nel contesto di una società malata e resa orfana di qualsiasi valore. Eppure mai come in questa fase della sua vita e della sua esperienza esoterica si è avvertita in Battiato spiccatissima l’esigenza di comunicare alla gente e con la gente, fiducioso di trovare orecchie speciali e attente non solo alla sua musica, nel senso più ludico del termine, ma soprattutto ai contenuti in essa espressi.
Il messaggio attuale di Battiato sembra alludere a un animale, il cammello, che per quanto in pericolo, ha le sue riserve per sopravvivere, di cui tutti dovremmo rifornirci al fine di scongiurare le mortali insidie del deserto interiore.
Questa voglia di aprirsi al franco dialogo, unita a una modestia degna soltanto della vera autorevolezza, è stata la nota dominante del colloquio avuto con l’artista, mezz’ora prima dell’inizio del concerto. Adesso, mentre ascolto completamente assorto la sua interpretazione, cercando di cogliere anche la più sottile delle sfumature e insieme attento, forse per deformazione professionale, a decifrare ogni reazione del pubblico, ripenso alla nostra conversazione: non so perché ma avverto come un “continuum” tra le parole cantate e quelle dette, ugualmente contraddistinte dalla stessa surreale genuinità. […]
è scrittore e giornalista per QN, che comprende “La Nazione”, “Il Giorno” e “Il Resto del Carlino”.
Uno dei massimi esperti di Hemingway in Italia, è inoltre uno studioso di dottrine filosofico-esoteriche occidentali e orientali e per circa 30 anni ha collaborato con il ‘Giornale dei Misteri’, antica e autorevole rivista fiorentina dedicata alla cultura esoterica.
Ha scritto diversi libri, tra cui “A spasso con Papa Hemingway”, “Franco Battiato, un Sufi e la sua musica”, “Avatar beauty project – Oltre la fisiognomica” (Ed. Verdechiaro), “Il Libro dei Rimedi Magici”, “Magia della Piramide”, “Le Stagioni della Magia” e “L’Amore Tantrico”.
Un Commento su ““Battiato Another Link””
Il signor Guido Guidi Guerrera ci traccia l’importanza dell’amicizia, che se dura da tantissimi anni e’destinata a durare nel tempo. La paragona ad una catena fatta da un considerevole numero di anelli.
L’autore e Battiato si sono conosciuti molti anni fa; ora a distanza di anni l’autore ripensa a quando lo ha conosciuto, alle conversazioni con lui e ascoltando le sue interpretazioni nota una certa continuita’ tra parole cantate e dette, contraddistinte dalla stessa surreale genuinita’.
grazie.